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giovedì 25 febbraio 2010

PER UN ADEGUATO SVILUPPO TURISTICO DI ANZIO E NETTUNO

Proseguo la mia serie di considerazioni sul secondo fattore di attrazione, di cui ho parlato nel mio precedente articolo, e sulle potenzialità e sulle possibilità di sviluppo turistico del nostro territorio con la speranza che risultino di una qualche utilità a chi ne è interessato. Mi perdonino i “cugini” di Anzio se mi intrometto nelle loro faccende turistiche. Personalmente, avendo lavorato nella promozione del turismo per tanti anni in Italia e all’estero, mi sento in dovere di consigliare qualche possibile di strategia di marketing turistico per questa nostra zona che, credo, abbia tanto bisogno di organizzarsi in questo settore e di appropriati interventi strutturali e promozionali per uscire dalla concezione di turismo nostrano delle sole sagre e delle feste patronali. Ad onor del vero, Anzio essendo stata, nel passato, sede di una Azienda di Promozione Turistica ha saputo diffondere tra la cittadinanza e soprattutto tra gli operatori locali una maggiore predisposizione all’organizzazione dei servizi e dell’accoglienza. Ora però la solo buona volontà non basta, viviamo in un mondo globalizzato dove i mezzi di comunicazione, reali e virtuali, ci trasportano facilmente presso altri lidi. Propagandare soltanto la bellezza del proprio clima e delle proprie spiagge, come facevano alcuni Assessori regionali in trasferta all’estero, non è più sufficiente. La concorrenza è mondiale. Ciò che occorre è sapersi reinventare, come hanno già fatto Rimini e Riccione, creando un sistema di attrazioni che sappiano suscitare l’interesse del potenziale turista e saper offrire qualcosa di concreto all’operatore che deve vendere la destinazione.
Prendiamo per esempio il turismo balneare, che ci interessa direttamente. Esso è stato nel recente passato il principale fattore di traino per lo sviluppo del turismo di massa. Ma oggi, nell’era della globalizzazione dei mezzi di comunicazione, tutte le destinazioni costiere fanno fatica a mantenere il ritmo nazionale di crescita dei flussi turistici, soprattutto quello degli stranieri. La vacanza al mare è la tipologia che ha maggiormente subito il cambiamento del modo di fare turismo. La destinazione balneare è interessante nella misura in cui ha qualcosa in più da offrire e da fare. Questo nuovo atteggiamento del turista, sempre più esigente, deriva da una maggiore informazione e auto-confidenza nell’approfittare il più possibile della vacanza. Il mare è senz’altro un luogo piacevole da frequentare, fondamentale per le attività nautiche e sportive che vi si possono svolgere, ma esso da solo non basta più. Il turista moderno si aspetta di trovare un’attività da svolgere, sia strettamente legata all’ambiente marino che alla possibilità di visitare nel territorio luoghi storico-artistici, partecipare ed assistere ad eventi culturali e godere di una buona gastronomia. Insomma, il turista moderno ha bisogno di riempire il proprio tempo approfittando al massimo delle opportunità che la località è in grado di offrire. E ciò anche perché la vacanza è diventata sempre più breve.
Recenti indagini motivazionali hanno dimostrato che gli elementi che devono caratterizzare l’offerta territoriale, oltre ovviamente alla presenza di ottimi alberghi e servizi logistici, sono il patrimonio culturale materiale (monumenti, arte, architettura, musei, ecc.) ed immateriale (storia, tradizioni, modo di vivere della popolazione in un ambiente sociale sereno ed accogliente), in cui il mare rappresenta un importante elemento di valore aggiunto.
A seguito di queste considerazioni di ordine generale, direi che le città di Anzio e Nettuno posseggono abbondantemente questo patrimonio culturale; ma per poter avere successo nei vari mercati, nazionali ed internazionali, hanno bisogno di rinnovare il proprio prodotto turistico, prendendo atto della carenza di strutture ricettive e delle infrastrutture logistiche, con un sistema viario, soprattutto per Nettuno, completamente caotico nei mesi estivi, nonché della mancanza di una organizzazione comprensoriale, chiamata Sistema Turistico Locale, in grado di pianificare lo sviluppo di tutta la zona e di coordinare le attività promozionali in modo da evitare il sovraffollarsi di tutti quegli eventi, a volte anche un po’ troppo chiassosi, che spesso scacciano invece di attirare il turista.
Il percorso strategico che mi permetto di consigliare consiste nel definire il modello che si intende raggiungere e nell’organizzare infrastrutture e servizi in grado di creare un sistema che possa competere con l’attuale agguerrita concorrenza, proponendo un ambiente accogliente, un numero adeguato di posti letto, una facile accessibilità e movimentazione territoriale, un’ottima organizzazione e capacità commerciale ed una facile fruibilità delle risorse culturali e monumentali. Le opportunità da cogliere e valorizzare nella nostra zona, in grado di formare pacchetti turistici, sono molte: i porti turistici con tutte le possibili attività sportive legate alla nautica, comprese le regate internazionali; i vari gemellaggi con città straniere che non si limitino a simbolici scambi di delegazioni comunali ma che coinvolgano tutti gli operatori del settore per la presentazione di proposte concrete; maggiore valorizzazione e pubblicizzazione dei musei territoriali; maggiore coinvolgimento a livello nazionale ed internazionale degli sport praticati con successo, come per esempio il baseball; creare un evento internazionale che ricordi lo sbarco degli alleati durante la seconda guerra mondiale e faccia dei cimiteri monumentali luoghi di visita turistica abbinata al soggiorno; creare intorno al Santuario della Madonna delle Grazie e di Santa Maria Goretti interesse al pellegrinaggio religioso; enfatizzare e pubblicizzare meglio a livello regionale l’aspetto tradizionale delle feste patronali della Madonna delle Grazie e di Sant’Antonio; creare una serie di itinerari turistici dei due centri storici e delle zone limitrofe, come Torre Astura e Ninfa (quest’ultima molto conosciuta ed amata nel mercato inglese); predisporre un itinerario eno-gastronomico in cui possono essere incluse anche le varie sagre culinarie; non ultimo un collegamento diretto con l’importante polo di attrazione turistica rappresentato da Roma in grado di offrire soggiorni nella nostra zona ed escursioni giornaliere verso la Capitale.
Per valorizzare e promuovere tutto questo patrimonio materiale e immateriale - elenco ovviamente non esaustivo - occorrono progetti, come la Costa dei Miti già predisposto dall’Assessorato al turismo del Comune di Anzio, nel quale sono stati coinvolti i Comuni della costa sud di Roma, da presentare ai potenziali turisti sia attraverso ogni possibile mezzo di comunicazione che in occasione di fiere e workshop specificatamente interessati alla nostra tipologia d’offerta.

Pio Trippa

IL MARKETING TURISTICO E LA MANCATA PARTECIPAZIONE DI ANZIO E NETTUNO AL WTM DI LONDRA

Ho letto con particolare interesse l’articolo che lamenta la mancata partecipazione delle città di Anzio e Nettuno al World Travel Market di Londra. Tale fatto ha giustamente ferito l’orgoglio di due località turistiche che vantano una lunga tradizione in questo importante settore economico, soprattutto per quanto riguarda l’offerta di turismo balneare.
Ho notato che le reazioni dei responsabili comunali sono state differenti a seconda del colore politico delle due amministrazioni. Dispiaciuti, ma nessun rancore nei confronti delle scelte della Regione Lazio da parte del Comune di Nettuno, forte disappunto dal Comune di Anzio.
Secondo la mia esperienza pluriennale quale direttore dell’Ufficio di Londra dell’Ente Nazionale Italiano per il Turismo e come organizzatore di uno stand di 1.600 mq. che ospitava tutte le Regioni italiane, l’esclusione di due importanti destinazioni turistiche come Anzio e Nettuno dalla campagna promozionale “Tutto il Lazio è paese”, merita una valutazione ed un maggior approfondimento non riconducibili a scelte politiche ma a criteri obiettivi di marketing turistico.
Innanzitutto occorre capire cosa è il World Travel Market. Esso non è altro che una fiera destinata, non al grande pubblico, ma agli operatori del settore, dove gli organizzatori della domanda, cioè coloro che confezionano i pacchetti turistici, che poi saranno venduti attraverso le agenzie o siti internet, incontrano l’offerta alberghiera e dei servizi turistici. Gli enti pubblici del turismo che rappresentano i vari paesi del mondo, con la partecipazione degli enti territoriali, come le Regioni nel caso dell’Italia, invitano gli operatori dell’offerta turistica ad essere presenti con i loro prodotti. Solo così l’incontro tra la domanda e l’offerta è in grado di generare i programmi per i viaggi e le vacanze. Il ruolo degli enti pubblici territoriali, come le Regioni, le Province ed i Comuni, è essenzialmente quello di facilitare tali incontri con la presenza dei propri operatori e di curare l’immagine della destinazione con conferenze stampa di presentazione e con campagne pubblicitarie.
Nei principali paesi turistici vengono organizzate molte fiere, di cui alcune riservate esclusivamente agli operatori del settore, chiamate anche workshop, come il WTM di Londra, mentre la maggior parte sono destinate al grande pubblico dove vengono distribuiti una grande quantità di opuscoli informativi utili alla scelta della vacanza. In Italia ogni Regione pretende di avere il proprio workshop focalizzato sulla tipologia d’offerta prevalente nel territorio, creando però problemi a chi come noi dell’ENIT deve invitare gli operatori stranieri, non sempre disponibili per i troppi e frequenti eventi della medesima tipologia.
Per tornare al casus belli del WTM di Londra è comprensibile l’irritazione per la mancata presenza di Anzio e Nettuno nella lista delle sagre e feste patronali diffuso durante tale evento, meno comprensibile la mancata presenza dei rappresentanti pubblici che spesso in gran numero affollano gli stand senza poter essere utili per via della poca conoscenza della lingua inglese e di cosa dover offrire. Essere inseriti in questa lista non è sufficiente a suscitare l’interesse dell’operatore straniero per la destinazione. L’operatore inglese o di altro paese sa bene che il turista non viene ad Anzio o a Nettuno perché qui si fa la sagra del pesce o del fungo porcino. Ben altri e più complessi sono i fattori di attrazione che motivano la scelta della destinazione, come le caratteristiche tipologiche dell’offerta territoriale: balneazione, nautica, siti monumentali, archeologici e religiosi, nonché l’organizzazione dell’offerta dei servizi dell’accoglienza e la loro accessibilità e fruibilità, a cui possono anche aggiungersi motivazioni secondarie e complementari, come le feste patronali, le sagre e l’enogastronomia.
Anzio e Nettuno hanno nel proprio territorio una ricca e variegata offerta territoriale che nel passato, al tempo dell’impero romano e già fin dall’inizio del ‘900, attraeva un consistente numero di villeggianti romani durante la stagione estiva. Purtroppo le due località non sono mai riuscite a decollare stabilmente sui mercati internazionali, salvo alcuni ottimi tentativi promossi dall’allora Azienda di Promozione Turistica di Anzio, con risultati però modesti. Attualmente, gli unici turisti stranieri che si vedono sono di passaggio, con visite lampo al santuario di Santa Maria Goretti ed ai due Cimiteri monumentali, americano e inglese, oltre a pullman di turisti dall’Europa dell’est che si trattengono solo per dormire low cost.
Ciò che manca invece alle due pregevoli cittadine è il secondo fattore di attrazione, quello cioè del soggetto istituzionale preposto al coordinamento delle attività promozionali e di marketing territoriale, nonché dell’accessibilità e fruibilità dell’accoglienza. Di questo ne parlerò in un prossimo articolo.

Pio Trippa

IL SISTEMA TURISTICO ANZIO-NETTUNO E I COLLEGAMENTI CON LA CAPITALE

Nella mia precedente lettera-articolo pubblicata da questo giornale ho scritto dei gravi problemi struturali di cui soffre la citta´ di Nettuno, con particolare riferimento a quelli viari. Le cause vanno ricercate molto lontano nel tempo allorquando si è cominciato a dar mano a tutta una serie di varianti che hanno alterato l’originario impianto stradale del piano regolatore generale. Ci sono però altre deficienze strutturali viarie che riguardano non solo Nettuno ma tutta l’area a sud della provincia di Roma, le quali hanno impedito un adeguato sviluppo economico e turistico rispetto alle potenzialità delle città di Anzio e Nettuno.
Negli anni ´70 era stato proposto dai Comuni rivieraschi il raddoppio della Pontina. Purtroppo, l’allora presidente della Regione Lazio, se ben ricordo già sindaco di Marino, si oppose a questo progetto perché voleva limitare l´afflusso di vacanzieri verso la costa e dirottarlo, così, verso le aree interne. Questo fu un grande errore perché la gente, nonostante l’intasamento estivo e dei fine settimana, ha continuato ad andare al mare servendosi della Pontina. Oggi, questa è tra le strade più pericolose e più intasate del Lazio, soprattutto nei fine settimana.
Altro esempio eclatante è il mancato raddoppio della linea ferroviaria Aprilia-Nettuno, che tanti disagi ancora sta creando ai pendolari che sempre più numerosi si servono del treno per raggiungere la capitale. Questo raddoppio avrebbe reso i collegamenti più veloci e senza l’attesa delle coincidenze.
Non saprei dire se l’insuccesso di queste due importanti opere strutturali sia dipeso da una non sufficiente forte volontà unitaria tra i comuni di Anzio e Nettuno o, meglio, da una loro debolezza politica nei confronti delle istituzioni superiori.
Inoltre, a seguito della speculazione edilizia locale che imperversava e non lasciava nessuno spazio alla ricettività alberghiera, il cui investimento, come si sa, richiede maggior tempo per dare buoni margini di guadagno, è venuto maggiormente a svilupparsi il turismo residenziale, ovvero della seconda casa, che ha ancora di piu’ intensificato il traffico pendolare di fine settimana.
Inizialmente, lo sviluppo turistico residenziale della seconda casa fu salutato con piacere dagli operatori locali per il consistente afflusso di capitali, ma col passare degli anni ci si è resi conto che questo tipo d’investimento comportava un aggravio dei costi ordinari di manutenzione e dei servizi infrastrutturali di approvvigionamento e di smaltimento, oltre ad un mancato ricambio delle presenze che ha portato ad un depauperamento del flusso turistico vero e proprio.
Come conseguenza delle difficoltà di collegamento i comuni di Anzio e Nettuno non hanno avuto la possibilità di sfruttare a pieno la vicinanza della capitale, che nel frattempo invece guadagnava successi come destinazione turistica. La vicinanza con il grande polo di attrazione turistica rappresentato da Roma ci avrebbe dato una marcia in più come destinazione complementare se avessimo avuto la possibilità di trasformarla a doppio senso. La città di Roma ha sempre rappresentato per le aree satelliti, come ci mostra la distribuzione a raggiera delle strade consolari, un grande snodo di arrivo e di diffusione del movimento commerciale e ‘turistico’. Per questa nostra zona, importante esempio è la cosiddetta “strada romana” del periodo imperiale che collegava Roma con l’antica Antium, permettendo così ai patrizi romani di villeggiare lungo la costa.
Negli ultimi anni, quasi tutti i piani di sviluppo regionale hanno posto grande attenzione e risorse per lo sviluppo turistico dei territori limitrofi alla capitale, senza tuttavia essere sfruttati sufficientemente dalle amministrazioni locali.
La regione Lazio, con l’ultima riorganizzazione del Sistema Turistico Laziale che ha soppresso le benemerite Aziende di Promozione Turistica, ha rivalutato il principio dei comprensori composti da più aree omogenee con la costituzione dei Sistemi Turistici Locali. Mi sembra, però, che quasi nulla è stato fatto per la loro localizzazione e istituzione.
In attesa che gli interessi politici spingano alla creazione di questi organismi, dove pubblico e privato sono chiamati a svolgere un’importante azione di programmazione integrata per lo sviluppo turistico del territorio, sono convinto che, comunque, un’azione concertata tra i comuni di Anzio e Nettuno, a cui possono aggiungersi Ardea e Pomezia per omogeneità di offerta, sia urgente e indispensabile. Lodevoli iniziative private, come il consorzio Mare di Roma, sono state già da tempo realizzate con apprezzabili risultati. Ma quello che maggiormente occorre è una maggiore sinergia tra i comuni interessati ed i privati. I loro compiti sono distinti ma complementari: il pubblico deve programmare e realizzare gli interventi infrastrutturali ed incentivare gli investimenti, oltre a promuovere nelle sedi opportune l’immagine della destinazione, mentre il privato deve realizzare le strutture operative ed i servizi collegati, e saperli poi vendere anche grazie agli sforzi promozionali degli enti pubblici.
Pertanto, senza ulteriori indugi nell’aspettare la costituzione del Sistema Turistico Locale, i comuni costieri, interessati allo sviluppo turistico del loro territorio, dovrebbero unire i loro sforzi per pretendere un sistema viario all’altezza dei tempi moderni ed una comunicazione ferroviaria più efficiente, in modo anche da evitare dinieghi vari come la mancata approvazione del nuovo porto di Anzio a causa della mancanza di adeguati collegamenti con il retroterra. Inoltre dovrebbero presentare proposte concrete e lungimiranti per le necessità attuali e future, con una programmazione territoriale che individui in ciascun comune, qualora già non l’avessero fatto, una o più zone da destinare ad edilizia ricettiva, anche nelle diverse tipologie, con infrastrutture complementari per la cultura, lo sport e l’intrattenimento che sappiano fungere da polo di attrazione turistica.
Salvo alcune eccezioni manchiamo spaventosamente di buoni alberghi lungo la costa. Gli alberghi di livello superiore fungono sempre come richiamo di attrazione turistica per tutta la zona.
Solo dopo questa importante fase che riguarda la predisposizione di una buona offerta turistica, i comuni interessati, insieme agli operatori, possono predisporre un piano di promozione unitario con pacchetti turistici che abbinino il godimento del mare, della nautica da diporto e della balneazione, compreso il parco acquatico di Pomezia, alla fruizione dei numerosi siti archeologici che sono sparsi in tutta l´area costiera, nonché agli interessanti musei locali già realizzati, oltre ad una serie di itinerari eno-gastronomici. Se tutto questo viene integrato con l’offerta turistica di Roma e presentato agli operatori turistici internazionali attraverso la partecipazione a workshop specifici di questa tipologia d’offerta, c’è la speranza di vedere nella nostra zona molti più turisti stranieri, con maggior soddisfazione di tutti noi.

Pio Trippa
Gia’ Dirigente ENIT-Agenzia Nazionale del Turismo
Consigliere comunale dal 1970 e Assessore al turismo dal 1975 al 1980

NETTUNO CITTA’ ANDICAPPATA


Dopo tanti anni di assenza dalla mia Nettuno, cioè da quando negli anni ’80, per motivi di lavoro all’estero, non l’ho più vissuta socialmente e amministrativamente, ho ritrovato una città completamente cambiata nel suo habitat strutturale e sociale e con dei grossi problemi che mi danno la sensazione che questa si sia trasformata in un corpo totalmente impedito di muoversi e di svilupparsi come tutte le cittadine moderne e turisticamente attraenti.
Dal punto di vista storico e ambientale, con una costa marina che ha ben poco da invidiare alle località più famose, Nettuno, insieme alla vicina Anzio, potrebbe rappresentare veramente un importante polo di attrazione turistica con grande beneficio di tutti gli imprenditori locali. Purtroppo manca di ricettività alberghiera e il sistema viario rende invivibile il centro cittadino.
La città è esplosa demograficamente, con una moltitudine di giovani che affollano nelle calde serate estive il borgo ed il lungomare. Ma questa situazione, a cui si aggiungono anche giovani provenienti da località limitrofe, è diventata talmente “vivace” da rendere difficile il controllo delle intemperanze giovanili, come dimostrano tristi fatti di cronaca, complici le troppe birrerie e pub all’interno del borgo medievale. Si è un po’ esagerato!
La città è esplosa anche nella sua configurazione edilizia con la nascita di quartieri sovraffollati, privi di spazi necessari per una serena convivenza sociale e con strade intasate in ogni lato da automobili che impediscono uno scorrimento viario veloce. Non è affatto una scusante dire che è stato rispettato il vecchio piano regolatore generale che risale nientemeno che agli anni ’60(?).
Conseguenza di tutto ciò è che dopo aver girato mezzo mondo e desiderato di tornare a vivere nel mio paese d’origine, mi sono trovato di fronte ad una cittadina sviluppatasi in maniera irrazionale e caotica socialmente e strutturalmente. Non so proprio se a questo punto sono possibili delle correzioni; troppo grossi danni sono stati fatti. Lo sviluppo fisico e mentale di un essere umano, così come di una comunità, deve essere sempre accompagnato da interventi correttivi che sappiano valorizzare le potenzialità intrinseche. Nettuno ce ne aveva, e come, di potenzialità! Sembra invece che è stato fatto tutto il contrario con “varianti” e concessioni di ogni tipo che hanno privilegiato interessi economici di parte e non un razionale sviluppo infrastrutturale e insediativo. Ha fatto comodo non approvare un nuovo piano regolatore generale, tanto si può andare avanti a forza di varianti!
Prendiamo ad esempio l’assetto viario dove predomina lo “scorrimento ad imbuto”. L’unica via che congiunge i lati est ed ovest della città passa forzatamente per piazza Mazzini ed il lungomare, con grave inquinamento acustico e ambientale. Per evitare questo perenne intasamento centrale e poter andare all’altro lato della città si è costretti a destreggiarsi nelle viuzze interne, piene di macchine in sosta ovunque, fino a poter raggiungere i vialoni di Diaz e La Malfa, primordiali tratti di un presunto anello stradale. Che fine ha fatto questo anello di scorrimento? Chi ha avuto la temerarietà di proporre e/o di accettare varianti su questo indispensabile anello stradale?
La stessa mania delle costruzioni con guadagno immediato ha impedito la realizzazione di strutture turistico-alberghiere, necessarie allo sviluppo turistico di una località. Che fine hanno fatto le sia pur poche locazioni alberghiere previste a suo tempo nel vecchio piano regolatore? Anche in questo caso le varianti sono state concesse da tecnici e amministratori senza scrupoli con troppa facilità. Nessun incoraggiamento o incentivo è mai stato concesso ad alcuni pochi volenterosi imprenditori che volevano costruire alberghi. In alcuni casi, se ben ricordo, sono stati addirittura contrastati. Per il momento il Sindaco ha fatto bene a non dare la delega al turismo ad un assessore. Questi, non avendo la possibilità di presentare agli operatori del settore un’offerta turistica adeguata e interessante per la domanda turistica nazionale ed internazionale, non potrebbe fare altro che l’assessore alla “ricreazione cittadina”. Cosa che invece sarebbe demandata per statuto alla Pro Loco. Occasioni come gli incontri di gemellaggio, i mondiali di base ball e tante altre iniziative di buon livello sono vanificate se non sono accompagnate da un’efficace promozione per la diffusione di pacchetti turistici integrati, accorpati ai servizi per il soggiorno e la mobilità, e con un ambiente piacevole ed accogliente.
Voglio essere sincero. Nettuno, alle condizioni attuali, non è in grado di offrire tutto quanto è necessario all’accoglienza del “forestiero”. Ma ciò che ancora è più grave non offre ai propri cittadini quell’ambiente sano e ideale per una piacevole convivenza, nonostante le proprie bellezze naturali e monumentali unite ad un clima meraviglioso. Probabilmente, grazie all’abitudine che a lungo andare predomina sull’insofferenza, non tutti avvertono queste situazioni di disagio che sente invece chi viene da esperienze di altri paesi.
Questa mia lettera non vuole essere polemica, né tanto meno politica, avendo rinunciato a far parte attiva di qualsiasi schieramento politico da molto tempo. Per amore della mia città ho voluto evidenziare tutto questo, ponendo anche un titolo provocatorio, proprio per scuotere dal torpore l’attuale classe dirigente, maggioranza e minoranza, affinché si appronti da subito, senza interferenze di parte, una terapia d’urto che affronti innanzitutto i problemi strutturali, di cui ho brevemente accennato, per poi continuare con interventi mirati nel migliorare la viabilità, con adeguati parcheggi ed isole pedonali che sappiano limitare il continuo flusso di macchine nel centro cittadino e ricreare un armonioso clima di socialità e di vivibilità. Purtroppo tale clima è stato deteriorato anche a causa delle note vicende che hanno portato allo scioglimento del Consiglio Comunale e alla conflittualità con la Nettuno Servizi; vicende che hanno privato per troppo lungo tempo la governabilità cittadina di una democratica e legittima rappresentanza, nonché dei mezzi finanziari necessari. Sono consapevole che sto dicendo nulla di nuovo per i politici locali, ma è bene che qualcuno comici a parlarne e che si apra un dibattito costruttivo sui problemi strutturali di fondo.
Nettuno ha tutte le potenzialità, materiali ed umane, per ricominciare ad essere veramente la Perla del Tirreno. Ci vuole tempo e coraggio, ma dobbiamo farcela!
Parafrasando un noto gruppo di facebook, sono “orgoglioso di essere nettunese”

Pio Trippa