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domenica 9 giugno 2013

NETTUNO E IL BALLOTTAGGIO

Durante la campagna elettorale appena conclusa tutti i candidati sindaci hanno fatto a gara per elencare una lunga serie di punti programmatici necessari a migliorare e rendere Nettuno una città degna di questo nome. In particolare gli sfidanti al ballottaggio di questo fine settimana, Alessio Chiavetta e Carlo Eufemi, si sono presentati all’elettorato con un programma di cose da fare molto nutrito. Il primo naturalmente, come sindaco uscente, ha posto l’accento sulla continuità dell’attività amministrativa avviata e realizzata nei passati cinque anni, mentre il secondo ha presentato una serie di iniziative e varie critiche su alcune opere intraprese dalla passata amministrazione. Personalmente ho paura che la pratica elettorale nel fare a gara di saper elencare più punti programmatici rispetto all’avversario faccia dimenticare una visione globale di quello di cui Nettuno ha realmente bisogno. Qualunque sia il vincitore di questa competizione elettorale è di fondamentale importanza che tra le varie priorità il futuro sindaco faccia una scelta di fondo che dia alla nostra città una nuova identità economica e sociale, al di là dei singoli necessari interventi. Nuova identità significa scegliere e caratterizzare meglio la vocazione più appropriata alle caratteristiche territoriali e socio-ambientali della città e della sua comunità. Tale identità fatta di contenuti e d’immagine, deve essere percepita da tutti i cittadini che la devono vivere come un qualcosa che gli appartiene. I contenuti fanno parte del patrimonio storico e ambientale della città. Ma qual è l’immagine che ora tutti noi percepiamo di Nettuno? Quale è la sua identità? Ha attualmente questa nostra cittadina una sua caratterizzazione sociale ed economica con la quale si possa facilmente identificare e distinguere tra le varie cittadine delle sue stesse dimensioni? A mio modesto parere non mi sembra che la città di Nettuno oggi abbia una sua precisa caratteristica economica e sociale come l’ha avuta nel passato. Nettuno ha una sua tradizione storica che dal medioevo in poi ha avuto nel Borgo il suo unico centro di vita economica e sociale dove gli abitanti vivevano in una comunità ristretta e omogenea. La loro principale occupazione era la coltivazione dei campi circostanti piuttosto che la pesca. Quindi una comunità prevalentemente agricola che si è mantenuta pressoché constante fino alla seconda guerra mondiale. Con la ricostruzione del dopoguerra ed il conseguente boom economico Nettuno si è sviluppato a macchia d’olio in tutta una serie di quartieri periferici e lungo il mare di levante (Cretarossa). Purtroppo, da allora l’attività edilizia ha preso il sopravvento su ogni altra attività economica. Il piano regolatore generale, elaborato negli anni ’60, si è dimostrato carente nell’indirizzare uno sviluppo economico e urbanistico caratterizzato ed equilibrato, ma ha permesso solo un forte peso residenziale e la lottizzazione di molti terreni agricoli. Il vecchio piano regolatore generale prevedeva tra l’altro una zona artigianale lontana dal centro cittadino, che non mi sembra abbia avuto una grande fortuna. Anzi, è ne è venuta fuori una zona piuttosto desolata con limitate piccole imprese artigianali, dove tra l’altro gran parte del terreno è occupato da un’ingombrante struttura abbandonata della ex distilleria Lombardi. Anche l’area industriale individuata dal p.r.g. nella zona di Sandalo, che tra l’altro ricadeva nella Cassa del Mezzogiorno, non ha caratterizzato Nettuno come cittadina industriale. La costruzione della Marina di Nettuno, poi, che ha svalorizzato un gioiello unico come il Borgo medievale non sembra aver dato una mano ad una caratterizzazione turistico-marinara della città. Sembra piuttosto un parcheggio di natanti e di deportisti della domenica, interessati solo alle escursioni a Ponza e a Torre Astura, che un centro di vita nautico in grado di attrarre un vero movimento turistico, nonostante le lodevoli iniziative dei vari circoli della vela e dello Yachting Club. Per non parlare, poi, della strada di scorrimento prevista dal p.r.g. che avrebbe dovuto decongestionare il traffico del centro e rendere questo più vivibile, ma che è scomparsa a seguito di molte varianti edilizie. Infine, una delle caratteristiche negative di Nettuno è proprio la mancanza di zone alberghiere non previste dall’allora p.r.g. Parlo di zone e non di singoli pochi alberghi sparsi nel territorio. I servizi turistici per essere efficaci devono essere, per quanto è possibile, concentrati in aree omogenee adibite all’ospitalità. Purtroppo tutto questo non è avvenuto per cui Nettuno, nel perdere la caratteristica agricola a causa del forte frazionamento delle terre per scopi residenziali, non ha recepito quella identità di cittadina turistica tanto declamata dai politici di turno. E allora, cosa farà il futuro sindaco di questa nostra cittadina? La conclusione ovvia, visto il fallimento delle altre attività economiche, potrebbe essere quella di darle finalmente una vera identità turistica, non quella fatta di sagre inventate per fini commerciali e di costosi spettacoli canori per far passare piacevoli serate ai residenti. Anche questi servono ma non sono assolutamente sufficienti. Il turismo però non è solo alberghi, occorre dare impulso ad una qualificata offerta artigianale e commerciale, evitando l’apertura di solo bar e pub, soprattutto nel Borgo medievale che ha bisogno urgente di una energica azione di “bonifica”. Il Borgo, se ben valorizzato in tutto il suo splendore medievale, con la trasformazione dei troppi bar in piccoli e caratteristici negozi e con la possibilità di far affittare stanze ai turisti con le modalità di un “albergo diffuso”, come si fa in molte altre piccole città medievali, darebbe a Nettuno una ottima impronta turistica. Inoltre, occorre una migliore e qualificata gestione delle spiagge, sia da parte dei concessionari che del Comune per le spiagge libere; occorre una totale revisione della viabilità, compresa la creazione di parcheggi nelle zone di accesso alla città, ed isole pedonali nel periodo estivo, soprattutto lungo la bellissima passeggiata di Viale Matteotti; occorre l’individuazione di aree da destinare all’insediamento di alberghi e dei servizi turistici collaterali, magari barattando quel pezzo di terra di proprietà del Comune all’interno del Poligono militare; infine si dovranno favorire investimenti nel capitale umano e sociale, soprattutto nei giovani, combinando infrastrutture che alimentino uno sviluppo economico sostenibile, un’alta qualità della vita e una saggia gestione delle risorse naturali con il coinvolgimento e la partecipazione di tutta la collettività. Dopo di che si dovranno valorizzare con appropriate campagne promozionali e con buoni pacchetti di offerta tutte quelle opportunità d’interesse turistico che Nettuno possiede nel proprio territorio, magari concordando un piano in tal senso con i Comuni della costa a sud di Roma per rafforzarne l’immagine e l’attrattività. La nuova identità si dovrà ricercare attraverso un programma di sviluppo economico e urbanistico il cui strumento non può non essere che un nuovo piano regolatore generale che abbia la funzione di indicare e intervenire seriamente in quelle scelte di fondo in grado di sviluppare un sistema economico che sia diretta emanazione del patrimonio storico-culturale e dei fattori sociologici che la città di Nettuno attualmente possiede. www.piotrippa.blogspot.com