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lunedì 18 aprile 2011

POVERO TURISMO O TURISMO POVERO ?

Quali delle due espressioni sia la più calzante per questo nostro importante settore economico e sociale? A parole teniamo molto ad esaltare il turismo come fosse la soluzione di tutti i nostri mali, mentre nei fatti lo bistrattiamo continuamente, sia per incompetenza che per mancanza di volontà, per cui non ci resta che compiangere questo “povero turismo”. Inoltre difficilmente siamo in grado di valorizzare e promuovere adeguatamente ciò che abbiamo di più bello e di più prezioso da offrire al potenziale turista, per cui ci accontentiamo degli escursionisti della domenica e di un turismo molto “modesto” economicamente.
Per ridurre il debito pubblico il settore del turismo è il primo ad essere penalizzato con tagli indiscriminati come per tutte le altre attività della pubblica amministrazione. L’idea che il turismo faccia parte di un’attività imprenditoriale, avulsa dalla cosa pubblica, non riesce ad affermarsi tra I politici, nazionali e locali. Non si riesce a capire che ogni intervento finanziario ed ogni iniziativa promozionale in questo settore non è uno spreco di denaro ma un investimento produttivo. Nell’epoca della globalizzazione dei mezzi di comunicazione non vale più il detto, “tanto i turisti da noi ci vengono ugualmente”. È ora che si comprenda che non basta più il clima, la storia, i monumenti, le opere d’arte e la simpatia degli italiani. La nostra ormai è un’immagine dell’Italia turistica, e non, che si sta sempre più sbiadendo. Non possiamo sempre vivere sulle glorie del passato che, tra l’altro, stiamo distruggendo, e non solo fisicamente (vedi scavi di Pompei).
La domanda è se facciamo ancora in tempo a riguadagnare le posizioni perdute che ci vedevano negli anni ’70 tra i primi ricettori di turismo straniero? Riusciremo a ricreare quell’immagine di un paese interessante da visitare? Per rispondere affermativamente a questa domanda tutti, ad ogni livello istituzionale pubblico e privato, dovranno seriamente intervenire con capacità professionale e azioni immediate e dirette. Occorre ripartire dal territorio e dalla società residente, dove il rispetto dell’ambiente e la salvaguardia del patrimonio storico e monumentale siano fattori imprescindibili per realizzare un turismo sostenibile che valorizzi e non distrugga ciò che abbiamo di più bello da offrire. Ma per far questo dobbiamo avere una struttura responsabile e professionale che presieda alla salvaguardia e alla valorizzazione del territorio con coinvolgimento pubblico e privato. L’amministrazione comunale, con tutti i problemi che ha da affrontare non è certo in grado di svolgere questo ruolo. Ma come dovrà essere questa struttura operativa e quali dovranno essere i suoi compiti per trasformare in meglio la domanda turistica?
Una regressione storica che dimostri quanto nel passato l’Italia fosse all’avanguardia in questo settore è molto utile per individuare il tipo di organizzazione di cui ora abbiamo urgente bisogno. Siamo stati i primi al mondo, nel 1919, a renderci conto dell’importanza della promozione turistica, creando l’Ente Nazionale Industrie Turistiche. Poi, nel corso degli anni si sono succeduti vari interventi che hanno portato alla creazione di organismi pubblici territoriali, come le Aziende di Cura Soggiorno e Turismo (1926) e degli Enti Provinciali per il Turismo (1935). Dopo un nuovo ordinamento del settore nel 1960, ispirato al rispetto delle autonomie locali in attuazione dell’art. 117 della Costituzione, nel 1972, viene operato il trasferimento di tutte le funzioni amministrative alle Regioni, fra le quali la programmazione, lo sviluppo e l’incentivazione del turismo. Quindi, dagli anni ’70 si è assistito ad un continuo decentramento istituzionale che ha portato al trasferimento dei poteri decisionali in materia di sviluppo economico e di pianificazione territoriale dagli organismi di stato agli enti locali. Il settore turistico, così, per il suo stretto rapporto con il territorio ha subito nel corso degli anni varie modifiche istituzionali, che io definirei più “tentativi” di risolvere le mai cessate controversie tra Stato e Regioni circa le procedure di reciproca competenza. Si è assistito da parte delle Regioni, ciascuna per proprio conto e senza alcun tipo di coordinamento, alla creazione di nuovi enti di promozione turistica, di cui in molti casi si è trattato di riconferma delle attribuzioni già svolte dagli enti precedenti. Ciascuna Regione, con tempi e criteri diversi, ha istituito una propria azienda di promozione turistica ed ha delegato ai Comuni ed alle Provincie le varie competenze amministrative e i soli uffici di informazione turistica. Molte Regioni però, compresa il Lazio, non hanno legiferato immediatamente, ma hanno lasciato le vecchie Aziende e gli EPT per molti anni nel “limbo”, impossibilitate ad operare per totale mancanza di mezzi finanziari, in attesa di essere liquidate. Nel frattempo l’attività promozionale, compresa quella all’estero, è stata nelle mani di un Organo prettamente politico, con tutti i suoi limiti di professionalità, come l’Assessorato Regionale al Turismo, le cui decisioni dipendevano dalle preferenze personali dell’Assessore.
Infine, con la legge nazionale 135/2001, nasce l’idea del Sistemi Turistici Locali. Si tratta, come vedremo in un prossimo articolo, di un nuovo modello organizzativo dell’offerta del territorio basato su una nuova concezione di turismo che coinvolge tutti gli attori pubblici e privati dell’offerta turistica.
Non tutte le Regioni però, anche in questa occasione, hanno legiferato nel medesimo modo e tempestivamente. Qualcuna, addirittura, ha ritenuto di non dover istituire i STL, creando invece strumenti organizzativi diversi, pur aventi le stesse finalità. Insomma, come si vede, il caos istituzionale, la mancanza di coordinamento e il lassismo che si verifica tra i responsabili di questo settore, continua ad imperare in un’attività così vitale per l’economia del territorio. Povero Turismo!
Per quanto ci riguarda direttamente, la Regione Lazio solo nel 2007, con legge n. 13, ha istituito una nuova organizzazione del sistema turistico laziale. Tale organizzazione si articola in Sistemi Turistici Locali, Agenzia Regionale per la Promozione Turistica di Roma e del Lazio S.p.A., Servizi di informazione e di accoglienza turistica e Associazioni Pro Loco.
Nel prossimo articolo proporremo la creazione di un Sistema Turistico Locale per la nostra zona costiera a sud di Roma, in grado di ribaltare l’immagine di un “turismo povero”.

Pio Trippa

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